Teatro

MORANDI. L'arte dell'incisione

MORANDI. L'arte dell'incisione

L'esposizione presenta l'intero corpus di incisioni di Morandi, una produzione che per lui non fu “minore”, mai accessoria o sussidiaria alla pittura. Scrive Cesare Brandi: “Vi sono pittori per cui l'incisione rappresenta una via secondaria, e quasi di campagna, un modo per prendersi le vacanze dalla pittura: altri per cui l'incisione diviene il fulcro stesso della forma pittorica. Se di questi ultimi fu Rembrandt il principe, è fra questi che si schiera Morandi”. Morandi inizia a dedicarsi all'incisione intorno al 1910, quasi contemporaneamente alla pittura, e continua a farlo fin quasi alla morte, avvenuta nel 1964. Autodidatta, con pazienti tentativi e ricerche saggia i vari procedimenti tecnici, fino ad impadronirsi appeno del mezzo e della possibilità della restituzione dei volumi, delle forme e della luce. Dopo un periodo di intensa sperimentazione, la sua tecnica prediletta diviene l'acquaforte. La sua opera grafica si situa tra modernità e tradizione. All'inizio sono evidenti suggestioni di ambito cubo-futurista; egli dimostra di avere ben assimilato la lezione delle avanguardie ma anche di avere a mente l'esempio di Rembrandt. La grande stagione del Morandi acquafortista si apre nel 1927 con le incisioni realizzate a Grizzana, dove il paesaggio è ridotto all'essenziale, la composizione è scandita ritmicamente da alberi, case e pagliai, colpiti dal sole che genera ombre oppure immersi in un diffuso chiarore. I rapporti con la pittura sono in questi anni strettissimi, tanto che tratta i medesimi soggetti con le due tecniche. All'inizio degli anni Trenta Morandi, ormai padrone della tecnica, si stacca dalla resa obiettiva dei motivi per prediligere una trasfigurazione poetica degli oggetti, come i mazzi di fiori. Morandi crea le nature morte per le quali è diventato famoso con centinaia di oggetti raccolti in decenni nel suo studio e che per oltre cinquant'anni rimangono i temi privilegiati della sua opera, ma, a dispetto della ripetitività dei soggetti, gli esiti sono sempre diversi. E ciò accade anche nel caso in cui realizza più incisioni a partire dalla stessa composizione. Negli stessi anni Morandi si occupa di scorci di Bologna o della campagna intorno Grizzana, sempre con grande sensibilità nella resa delle diverse gradazioni tonali. Dalla fine degli anni Trenta l'attività di incisore si dirada a causa della notevole fatica imposta dal lavoro su lastra, ma la qualità rimane altissima. La mostra è accompagnata da un catalogo in cui sono presentate tutte le opere del percorso (oltre 130) con immagini e schede. Ferrara, Palazzo dei Diamanti, fino al 02 giugno 2009, aperta tutti i giorni dalle 10 alle 18, ingresso euro 10,00, catalogo Ferrara Arte Editore, infoline 0532.244949, sito internet www.palazzodiamanti.it